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      (134) Senz'arme n'esce, e solo con la lancia, con la quale giostrò Giuda....
      (135) Taluni scrittori chiesastici scrivono come Bonifacio infermo di renella innanzi di usar con femmine, giusta il consiglio del medico, che gliel'ordinava per rimedio, elesse morire. Anche di queste ci tocca a sentirne!
      (136) Questo re trovandosi al verde sposa di 14 anni Costanza di Chiaramonte figlia del conte Manfredi di Sicilia potentissimo per terra e per pecunia. Cresciuto in fortuna la piglia in uggia, e Bonifazio, il Papa, che prima di maculare la sua castità elegge morire, per gratificarsi costui gli concede il divorzio. Bella era Costanza, e amante, e da tutti amata, eccetto dal marito. Quando dopo avere ascoltato la messa il vescovo di Gaeta le lesse in faccia all'improvviso la bolla, e le si accostò per levarle di dito l'anello nuziale, per poco non le si schiantò il cuore: senza pietà la chiusero in un castello antico sotto la custodia di due vecchie; dopo tempo non breve n'era cavata per ordine regio perchè si sposasse con Andrea di Capoa figliuolo del conte di Altavilla; non si potendo in altro modo vendicare del malvagio marito, mentre costui se la menava a casa ella, udendo il popolo, esclamò: "Conte Andrea, tu puoi andare superbo su tutti i baroni del regno, perchè ti avrai per femmina la moglie legittima del re Ladislao tuo Signore."
      (137) Il Pontano per Lucrezia viva, e che sopravvisse a lui meglio di 20 anni, compose questo epitaffio:
     
      Lucrezia fu di nome, e Taida in fatti,
      Adesso in questo tumulo riposa.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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