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(138) Burcard. Diarium De convivio quinquaginta meretricum cum duce Valentino. Eliogabalo, per testimonianza di Sifilino fece di più, compose alle meritrici radunate una bellissima orazione, la quale, chi ne ha vaghezza, può leggere nel medesimo autore.
(139) "Piegossi a me della beata sedeLa mano, e poi le gote ambe mi prese,
E il santo bacio in ambedue mi diede.
Di mezzo quella bolla anche corteseMi fu, della quale ora il mio Bibbiena
Espedito mi ha il resto alle mie spese."
Sicchè più tardi esclamava:
La sciocca speme alle contrade ignoteSalì del ciel quel dì, che il pastor santo
La man mi prese, e mi baciò le gote."
(140) Suriano Relazione di 1553.
(141) Ricordo XXVIII.
(142) Ricordo CCXXXVI.
(143) Messo a mal partito poi si ritrattò affermando così avere sostenuto non per suo convincimento, bensì secondo la opinione di Aristotele, ma ei mentiva; materialista incurabile lo chiariscono le sue opere tutte, e per fine l'epitaffio, che, da lui stesso dettato, gli posero sopra la tomba.
(144) Ma il Giovio cortigiano e vescovo dopo averci narrato, nella Vita di Lione X, che il Cardinale Bibbiena si distingueva a far perdere il senno ad uomini provetti, e il Papa soleva pigliarsi spasso di loro, li lodava, li regalava, dava loro ad intendere panzane per modo che di sciocchi ch'essi erano gli faceva diventare al tutto pazzi ed insensati, aggiunse: siffatti scherzi erano degni di un principe nobile e gentile.
(145) Hadrianus IV hic situs est, qui nihil sibi infelicius in vita, quod impererei, duxit.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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