...
L'antivigilia della sua morte, rinvenuto da lungo svenimento, quel gentile spirito ricordò di me, e commise al Medico, che in nome di Lui mi scrivesse, e mi offerisse quelle consolazioni le quali tornano grate sempre, da chiunque si muovano; se poi da amico, gratissime. Ricevuta appena la lettera, non mi trattenni un momento per rispondere come la stupenda cortesia dell'atto persuadeva... e non pertanto, ahimè! egli era tardi, imperciocchè io scrivessi ad un cadavere....
A Giovambatista Niccolini io dedicai il volume degli Scritti varii, e nel dedicarglielo lo salutai la migliore coscienza d'Italia; e tale fu, e tale si rimase, e si manterrà certamente, avvegnadio se da un lato quotidiani esempii c'insegnino come uom non possa celebrarsi incontaminato prima dei suoi funerali, dall'altro piaccia e giovi credere quanto sentenziò Sofocle nel Filottete, – che i cuori grandi non può fare a meno, che non sieno anche buoni; – e di vero, se lo inclito concittadino nostro sia più grande o più buono tu pendi incerto, comecchè grandissimo e buonissimo il mondo lo veneri meritamente. Cotesto suo intelletto pacato, senza ira come senza sdegno, dalla sapienza dei tempi ricavò la dottrina che tenace professa, onde non è da dirsi quanto rimanesse sbigottito sì, non iscosso, dal fragore di eventi che parvero prima, e poi sperimentammo mostruosi: molti ancora dei suoi amici vecchi a Lui oggimai declinante nella bene adoperata vita andavano susurrando dentro le orecchie: "Tu hai sbagliato...." Allora l'austero vecchio tacque crollando il capo, e tenne per fermo, e tenne bene, che co' morti di Santa Croce non si sbaglia, e lasciò dire i vivi.
| |
Medico Giovambatista Niccolini Scritti Italia Sofocle Filottete Santa Croce
|