Tale era lo edifizio che il giovane considerava. Poichè l'ebbe con lentissimi sguardi e più volte misurato, scosse la testa, e parlò: "L'opera della tirannide è grande quanto l'opera della generosità.... La paura ha dato il suo sublime, come lo ha dato la pompa.... il buono e il tristo produssero parimente le maraviglie del volgo, che sono la compassione della debolezza umana per coloro che han cuore. – Santa Maria! Che cosa egli è mai questo castello? Che i tesori che trovò Manfredi in Luceria? Che la potenza di Federigo Barbarossa, e di Federigo II? Essi non poterono conquistare la Italia: quegli fu arrestato da mura di creta e di paglia; questi disfatto da gente, dalla quale si allontanava per non vedere la morte3. E poi che sarebbe l'impero d'Italia, quello del mondo? Potresti essere il più grande di tutti i mortali, ma pur sempre mortale; il più forte tra gli uomini: – ma chi vanta nel braccio la forza del turbine? Il più sapiente dei figli della terra: – ma chi ha lo intelleto dei figli del cielo? Pure l'anima mia potrebbe questo sentimento che mi travaglia la vita obliare o almeno lenire, dove potessi posare la testa sul seno.... di cui? Non l'ho io nominata? Non sono i passi di uomo questi che si allontanano? – No... tutto è tranquillo. Fino tremare di nominarla! O capuano! io sarei contento delle tue mura; o soglio del mio Re, comunque angusto, mi giungeresti ben grato, dove io mi vi potessi sedere con quella che ho fatto donna dei miei pensieri? Io ho amato sempre il trono perchè mi sento nato per quello: ora poi questo desiderio è diventato furore, perchè in altro modo che sul trono non si può vivere con lei.
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