Figlia di Manfredi, il nemico non ha mai vedute le spalle del vostro genitore: se non avremo la pace, avremo la vittoria.
Amen, Gismonda, amen. Ma vedi quella cometa lassù nell'orizzonte, che sorgendo da oriente percorre il cielo verso occidente, e si ferma sopra di noi5? Hai tu inteso quello che ne dicono gli astrologhi? Ella è certo segno di morte di Re, e di tramutamento d'Imperii. Io stimo non vivere persona al mondo che sappia sostenere la sciagura senza gemere, quanto la figlia di Manfredi: – ma la sciagura, comunque tu la sopporti, è pur sempre sciagura.
Nè io vo' porre in dubbio la influenza delle stelle: ma per gli effetti comparsi fino ad ora sopra la terra, parmi che ne possiate andare piuttosto lieta che mesta. La cometa apparve di agosto, e Urbano IV moriva di novembre.
Ma la cometa non per anche scomparve. Credilo, Gismonda; un gran Re deve morire, e Carlo d'Angiò è Conte di Provenza soltanto.
Ed egli sarà Re prima di entrare nel Regno. La sua strada non dove essere per Roma? Quivi riceverà certamente la corona, e la benedizione; e possa questa giovare alla sua anima, come quella non fregerà mai la sua fronte.
Oh! – se i Baroni del Regno fossero fedeli come sono potenti, la corona di Manfredi non circonderebbe mai le tempie di Carlo: – ma qui i traditori vivono infiniti, e più che di altrove sembrano pianta naturale a questa terra, e a questo cielo. Molti i nemici di mio padre, che egli nel percorrere la via del trono vinse, e perdonò: ma il perdono non sana la piaga dell'orgoglio ferito, nè toglie l'odio, perocchè non v'abbia cosa al mondo che tanto avvilisca quanto il perdono del nemico; e questi al primo grido di ribellione vedrai riparare allo stendardo dei gigli, e combattere con quel furore che solo possono dare i rimorsi del tradimento.
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