Uomo, tu puoi essere solo convenientemente paragonato al fango dal quale nascesti! O amaro frutto della scienza del bene e del male, tu ci bai tolto perfino le illusioni che potessero essere magnanime, i palpiti del cuore!
La gioia dello intelletto suscitata da un istante di esaltazione, dove non trovi cosa reale che la mantenga, poco dura. Colui che travaglia le anime immortali troppo profondamente conosce tutti i modi della pena per non lasciarle lungo tempo in una medesima angoscia; perocchè allora o questa angoscia diverrebbe natura per forza di prepotente abitudine, o, se tale da non potersi durare, la morte correrebbe veloce su le tracce di quella; onde il Tormentatore che allontana quanto più può la morte dalla sua vittima, conoscendo il travaglio consistere meno nella intensità che nella durata, si mostra sollecito a variarle il modo di supplizio, onde non si abitui o non soccomba. Arimane10, allorchè si avvisa perdere lo sventurato viandante, non lo aggrava di subito con tutta la forza della sua potenza, ma a quando a quando gli manda tra le frasche della foresta una luce, o suscita una voce di gente vicina, affinchè il suo cuore si apra alla speranza, che poi gli faccia più amaro lo sconforto della tenebra, e della quiete spaventosa che precede la tempesta. Stanco finalmente il mal Genio di questo giuoco spietato, appresta l'ultimo danno, e lo scherno più feroce. – L'abituro degli uomini dista pochi passi dal viandante; già il suo spirito si rallegra nel piacere del calore che renderà il moto alle sue membra irrigidite, e nel ristoro del cibo; ma tra lui e l'abituro è aperta una voragine.
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Tormentatore Genio
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