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      Può la nepote della Imperatrice Gostanza convenientemente ascoltarle?"
      Non so, Principessa, se a voi stia bene ascoltarle, ma sapeva bene che in me era delitto profferirle.
      Abbiatevi il mio perdono.... vivete.... ponete l'amore vostro in più avventurosa donzella, e che possa corrispondervi; me obliate.
      E questo disse con voce soffocata; poi soggiunse con maggiore amarezza: "Rogiero, tanta corre la distanza in questo mondo tra noi, che non potete sperare di essermi unito in nessuno altro luogo che in cielo, dove, tolta ogni molesta distinzione, siamo tutti uguali nell'amore di un Solo."
      Questo non ignorava, e però senza speranza vi amava, senza speranza i miei interni tormenti vi apriva. È vero che amore può molto più che noi non possiamo; ma è vero ben anco, che occorrono distanze a percorrere impossibili; e voi, orgogliosi, balzati dalla ingiustizia o dal caso sui troni della terra, stimate avere onnipotente impero sopra le anime immortali. Miserabili! e non sapete che l'anima ha tali ferite, che nessuna potenza al mondo vale a sanare! – Dovrei forse accusarti di presunzione, per avere voluto conoscere un male che non istava in tuo potere di volgere a bene, e farti sentire che sei polvere.... coronata sì, ma polvere? No: valgati l'animo cortese, e la lusinga del potere che troppo ti fa baldanzosa, e più valgati trovarmi io disposto da gran tempo alla morte, e disperato affatto. Pareami morire con un peso sull'anima tenendo celato il mio amore; ora, poichè l'ho potuto svelare, parmi che poserà su di me più leggera la terra del sepolcro.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





Imperatrice Gostanza Principessa Dovrei