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      Possa la pietà dell'Eterno concederti lungamente questi sonni! – Quindi lasciatolo in custodia di alcune damigelle, volse alla camera della sua diletta Yole.
      Giunta che fu, aperse l'usciale; il vento, che soffiava nel corridore, glielo svelse di mano, e lo percosse con impeto alla parete. I doppieri della stanza tutti ad un punto si spensero: ella nondimeno avanzò; e sebbene acute strida la percotessero, avvisandosi di quello che era, senza turbarsi disse alle circostanti: "È qui la mia figlia Yole?" – Matelda, riconosciuta la voce, rispose tutta affannosa: "Santa Oliva di Palermo! siete voi, Regina? Voi ci avete fatto la più grande paura che mai sia stata al mondo."
      Matelda,
      soggiunse gravemente la Regina Elena "non su la vostra paura, ma di mia figlia io vi ho fatto domanda."
      Regina, è nel giardino.
      Rimanetevi con Dio, damigelle, e mostratevi in avvenire di più forte spirito, perchè sappiate la paura essere presentissimo segno di animo non retto.
      Così Elena, senz'altra compagnia, lasciando quelle codarde a rassicurarsi del terrore, e a dolersi del conseguito rimprovero, mosse al giardino reale, dove, poichè alquanto si fu aggirata, occorse in Gismonda. la quale, assorta nel pensiero degli ultimi casi, non le badò, se non dopo che l'ebbe per ben tre volte chiamata. A lei domandava di Yole; e vedutala mesta, volle saperne la causa, e conosciutala confortò la gentile damigella. Quindi unite si mossero a ricercare Yole.
      Avvicinandosi alla gran porta che conduceva fuori del giardino, si offerse alla vista loro una donna distesa sull'erba; accorrevano affannose.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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