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      Che serve che mi tentiate l'anima? Oggimai dovreste sapere, che il mio volto non impallidisce al pericolo."
      Giovane! è vero quello che dite, ma voi siete troppo impetuoso;
      – rispose Roberto costringendolo a sedersi di nuovo, e quindi riabbassando la voce lo domandò:
      Conoscete voi il padre vostro?
      Io? – no.
      Sapete voi chi vi ha salvata la vita?
      Io ignoro quando mai sia stata in pericolo.
      Lo fu.
      E voi lo sapete forse? E perchè non me ne avete fatta parola prima d'ora?
      Perche la notte viene a cacciare la luce dal firmamento?
      Voi invece di risposta mi fate nuova domanda, Roberto.
      Perchè la notte viene a cacciare la luce dal firmamento?
      Perchè?... Perchè la legge della natura ve la costringe.
      E me costrinse la forza degli uomini potenti quanto Lucifero.
      Ma ora, se vi viene concesso, ditemi: qual'è mio padre? che fa? quale il suo stato? Fu per suo volere, o per altrui, che mi lasciò fino a questo momento languire nella oscurità?
      – Roberto non rispondeva parola. Allora Rogiero, quasi supplichevole, riprendeva: "Parlate, Roberto, parlate; il vostro silenzio mi lacera il cuore."
      Voi mi fate tante domande, alle quali risponderò due sole cose. Vostro padre vive, ma sta presso al morire. La vostra condizione vi sarà manifesta in questa notte.
      Dove? In qual luogo? Ecco, io mi chiamo pronto a seguirvi.
      Andiamo,
      disse Roberto; e Rogiero levandosi moveva già il passo per andare, quando a un tratto ristette, e parlò:
      No.... adesso è impossibile; fermatevi qui, Roberto, finchè la mia guardia sia finita.... poco più manca a finirla,... altrimenti non potrei senza mancare al mio Re, e dare sospetto di tradimento.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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