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      Rimanetevi, buona lancia; ogni vostra impresa contro l'ente dal quale uscì quella voce sarebbe affatto impossibile.
      Questo adesso vedremo,
      – rispondeva Roberto, duramente respingendo Rogiero, e sempre in atto di avventarsi.
      Rimanetevi, rimanetevi; non vi siete accorto ch'è l'eco? Non ha egli ripetuto il fine dei vostri discorsi? Con cui vorreste combattere, se la voce è uscita da voi?
      San Giorgio! Io credo che abbiate ragione, Rogiero,
      disse Roberto; e in questa, fatto bocca da ridere, si asciugava la fronte sudante per la paura. "Ma come dice il proverbio? La natura non si vince; cacciala dalla porta, ti tornerà dalla finestra." Dopo queste parole fatto silenzio, quasi temesse non giungere a tempo, si dette a riacquistare con passi veloci il tempo che aveva consumato in discorsi. Rogiero osservò ch'egli nondimeno curava di prendere la via più remota, piuttosto che la più corta; e sovente, come timoroso di smarrirsi, si soffermava; ed esaminato il luogo faceva un segnale, che, ripetuto subito di distanza in distanza, si propagava fino a tal punto, che l'orecchio a mala pena lo udisse. Così camminarono lungamente, allorchè Roberto soffermatosi si volse a Rogiero, e parlò:
      Scudiero, vi fidate di me?
      Roberto mio, concedete che ve lo dica col cuore su le labbra; la vostra domanda è fatta in tal tempo e in tal luogo, da dare piuttosto sospetto, che sicurezza. E poi, voi dovreste vedere bene, che qualunque fossero i miei sentimenti, adesso mi conviene dire che mi fido.
      Credo che voi abbiate ragione.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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