Manfredi lo ucciderebbe prima che se ne sapesse parola, per risparmiarsi anche la spesa dei funerali.
A chiunque voi siate.
rispose con terribil voce Rogiero "che così meno che onesto favellate del mio Re, faccio solenne protesta, che non ne tolgo vendetta in questo luogo perchè non siete vestito di armi convenienti. Nondimeno fino da questo punto dichiaro voi mentitore, e cavaliere sleale, e me pronto a sostenere con lancia, spada, e pugnale, o a piedi o a cavallo, a primo transito, o a tutta oltranza22, il Re Manfredi di Svevia, il più virtuoso signore di tutta la Cristianità."
Accetto la sfida, e sostituisco un campione.
Si avanzi il campione,
disse Rogiero traendo la spada; "chi sarà mai costui?"
Quantunque in cavalleria non sia lecito domandare il nome del cavaliere, voglio non pertanto soddisfarvi: egli è il figlio di Enrico, il nepote di Manfredi.
Dov'è egli?
In questa stanza.
Io non lo vedo.... Sarebbe forse quel vostro compagno silenzioso, che si vanta figliuolo di Enrico?
Non egli nasce da tanto illustre lignaggio.
Dunque?
disse Rogiero guardandosi intorno.
Dunque, siete voi stesso.
Io nepote dell'Imperatore Federigo!
gridò tutto stupefatto Rogiero, e la spada gli cadeva dalla mano tremante. "Ma perchè...." dopo riprendeva a fatica quasi anelando "ma perchè non palesarmelo innanzi? Perchè, invece di sospettare tanto vilmente del Re Manfredi, non manifestargli l'esser mio? Il tempo ha forse calmato l'odio, se pure il Re lo ha mai sentito pel suo fratello Enrico, ed egli mi avrebbe accolto con quello amore col quale si accolgono i più cari parenti.
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