A questo motivo, sebbene di per sč stesso sufficiente, si aggiunse la notizia che Adriano aveva fatto dipingere sopra le pareti del palazzo di Laterano Lotario II genuflesso innanzi Alessandro II, tenendo le mani sopra quelle del Pontefice con sotto l'iscrizione:
      «Rex venit ante fores – jurans prius urbis honores,
      Post homo fit Papć – sumit quo dante coronam;»28
      la qual cosa stava a dimostrare vassallaggio. Federigo, insofferente di tante ingiurie, cala pel Friuli un'altra volta in Italia, passa su quel di Brescia, dove pubblica una disciplina per l'esercito29, e cita i Milanesi. Comparsi, gl'interroga, perchč abbiano riposta Tortona, sottomessa Lomellina, i ponti su l'Adda e sul Ticino rifabbricati. I Milanesi, non potendo con le armi, si difendevano con le parole; non si ascoltavano, e si ponevano al bando dell'Impero. Federigo avanzandosi č respinto al ponte di Cassano. Ladislao Re di Boemia valica l'Adda a Cornaliano; i Milanesi ritirandosi abbandonano il ponte; i Tedeschi incalzando superano i castelli di Trezzo e Melagnano, e pervengono sul contado di Lodi. Qui fu che Eberto da Butena, stimando con un súbito assalto superare Milano, partiva con mille cavalieri alla volta di questa cittŕ. – Non uno di loro sopravvisse a recare la novella della strage degli altri. Federigo muove con tutto l'esercito contro Milano; considerando difficile l'assedio, stabilisce il blocco. Divide in sette corpi l'esercito, e li pone a guardia delle sette porte della cittŕ. I Milanesi sortono e rompono il corpo di Corrado Conte Palatino; ma sovvenuto a tempo da Ladislao di Boemia gli ributta con perdita.