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      E vive senza suo retaggio, e i suoiTedeschi dentro al cor sentono affanno.
      Serventese del Trovatore Sordello
      in morte di Ser Blacasso.
      Sono l'uracano, il fulmine, e il terremoto, terribilissimi segni dello sdegno di Dio; ma più del terremoto, del fulmine, e dell'uracano, flagella terribile la umanità un Re scellerato. Qualora l'eterno Moderatore non lo condannasse a brevissima vita, parrebbe non voler tenere più il patto che strinse con Noè, quando promise, d'ora in avanti non avrebbe più distrutta la terra, perchè la schiatta umana cresce nella perfidia, e il pensiero della sua fanciullezza è vôlto al male33.
      Ma se la vita è breve, la infamia dura lunga: e noi nepoti contenderemo la memoria dei potenti colpevoli alla dimenticanza; e scenderemo nei sepolcri, e ne turberemo le ceneri. La corona che cinge quei teschii schifosi è un insulto per loro, uno scherno per noi. La spada logorata dagli anni giace al fianco di quelli senza taglio, e senza punta: – quel braccio tanto terribile non può più percuoterci.... il verme lo ha vinto! e noi strappiamo impunemente ai tempi, e alla terra, quei nomi: e gli nudriamo di obbrobrio, e li tramandiamo agli anni futuri. Allorchè la mia voce sarà dimenticata, sorga una mente più calda, che ravvivi col disprezzo questa memoria di delitto; e possa il secolo che trascorre consegnarla al secolo che giunge, come un deposito che lo amico affida all'amico, onde la disperazione arda lenta lenta, a goccie infuocate, lo spirito del malvagio; e conosca, la morte essergli stata battesimo di maladizione per la vita interminabile dell'anima.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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