Seguiva l'assedio di Brescia, nel quale si rinnuovarono tutte le barbarie adoperate dal Barbarossa nello assedio di Crema: ma Federigo non potè superarla, e gli convenne ritirarsi a Cremona senza avere nulla acquistato. I Veneziani, tutti sdegnosi della morte del Tiepolo, presero parte alla Lega; il Papa Gregorio non solo si univa contro Federigo, ma ben anche lo scomunicava. Allora non si conobbe più freno: intese l'Imperatore a sollevare gli Stati del Papa; il Papa, a sollevare quelli dell'Imperatore. Federigo però più potente in armi, meglio istruito nell'arte di lusingare le passioni, superati gli ostacoli, va a Roma. I Romani gli si dimostrano favorevoli, il Pontefice parve ormai disperato. Mentr'egli
tutto dolente stava ad aspettare gli ultimi danni, gli sorge in mente un pensiero, donde nacque la sua salvezza: si volge al Vaticano, toglie le teste di San Pietro e di San Paolo; le porta in processione per tutta la città, rimettendo a quei Santi la cura di difenderla: se ne commossero i Romani; di nemici che gli erano, si convertirono subito in caldi difensori, e presa la croce, si dettero a combattere Federigo; il quale sebbene facesse tra crudelissimi tormenti morire quanti crocesignati gli capitavano in mano, pure non potè superare Roma, e sdegnoso e avvilito si ridusse nei suoi dominii di Puglia.
Gregorio Papa, rimesso della presente paura, volgeva la mente a cose maggiori; convoca per l'anno seguente un Concilio a San Giovanni Laterano, e manda lettere circolari a tutti i Vescovi della Cristianità, affinchè intervenissero.
| |
Brescia Barbarossa Crema Federigo Cremona Veneziani Tiepolo Lega Papa Gregorio Federigo Imperatore Stati Papa Papa Imperatore Roma Romani Pontefice Vaticano San Pietro San Paolo Santi Romani Federigo Roma Puglia Papa Concilio San Giovanni Laterano Vescovi Cristianità
|