Piero poi, privato degli occhi, e rinchiuso dentro un monastero, dà del capo nel muro, e miseramente finisce i suoi giorni.
Federigo, considerando sollevarglisi attorno tanti odii, timoroso di sè, chiedeva pace. San Luigi e la Regina Bianca intercedevano. Innocenzio per questa volta non ricusò; ma per condizioni di pace ordinava, che lo Impero di Germania concedesse a Corrado, il Regno di Napoli ad Enrico, entrambi suoi figli; ed egli si recasse a Gerusalemme. Mentre che questi accordi si trattavano, giunse la novella in corte della ribellione di Parma. Federigo, messa ogni altra cura da parte, intese con tutto l'animo a ricuperarla. Ell'era città importantissima per lui, perchè apriva comunicazione con Verona, Germania, e gli Stati di Ezzelino da Romano, potente capo dei Ghibellini in Lombardia. Accorso con ogni suo sforzo, la cinge di soldati, ordina guardarsi diligentemente le vie onde nessuna cosa potesse entrare, od uscire; poi innalzato un ceppo sopra un monticello poco distante dalla città, quivi ordina che giornalmente a vista degli assediati recidansi le teste di quattro cittadini parmigiani.
Sebbene tessendo la storia dei figli di Eva, veniamo necessariamente, e con infinito nostro dolore, a raccontare una serie di delitti, a Dio non piaccia, che per noi sieno celate le poche azioni che possono ridondare in onore di quelli. I Pavesi, che noi vedemmo costanti, ostinati odiatori dei Guelfi, non sostennero tanto scempio, e notificarono allo Imperatore che cessasse, altramente si partirebbero, imperciocchè essi erano venuti a fare da soldati, non già da carnefici.
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