Avesse disertato il suo Re? "Impossibile, impossibile!" disse il maestro degli scudieri, ed in questa inciampava nell'alabarda, che Rogiero in partendo aveva gittato a terra.
Benchè l'urto del piede gli apportasse un cocente dolore, pure il maestro lo sollevò soffiando senza mandare una voce, timoroso che gli scudieri guardando per quella parte vedessero nell'alabarda abbandonata una troppo presta mentita a quanto egli aveva affermato; ma poco gli valse, che al volgere della lanterna la punta forbita mandò un raggio, e tutti ad un punto gridarono: "L'alabarda, l'alabarda!"
Certo,
rispose crollando la testa il maestro "è l'alabarda, non ho cosa da opporre; ella non è un racconto, al quale si possa dire – non ci credo.... è l'alabarda.– Santi Magi di Colonia! siamo giunti a tal tempo, in che l'avere fede in altrui è cosa tanto stolta, quanto l'ingannare è scellerata."
Così dicendo, parte stizzoso, parte confuso, raddoppiò le guardie, s'incamminò alle scuderie, nè quivi gli occorse vedere il cavallo di Rogiero; quindi scelti alcuni scudieri, commise loro di andarne in traccia a tutta fretta, o di non comparirgli dinanzi, finchè non ne avessero avuta novella.
Rogiero ricuperava i sensi: un acerbo dolore gli fasciava la fronte; i suoi occhi s'incontrarono in un lume che gli ardeva davanti, – gli richiuse prestamente, come se gli fossero stati feriti, domandava lo nascondessero; allora si riprovò a tenerli aperti, e si accorse di non essere più nella stanza di prima, ma adagiato sur un letto magnifico; e quel misterioso, che sì poco aveva favellato, soccorrerlo con tanto affettuosa premura, che maggiore non ne avrebbe dimostrata una madre; onde appena tornato in sè gli udì profferire queste parole: "Benedetto sia Dio, che finalmente s'è rinvenuto!
| |
Rogiero Santi Magi Colonia Rogiero Dio
|