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      Roberto si stava cupamente mesto; alzò la destra per istringere quella di Rogiero; e quando sentì toccarsela, un subito tremore gl'invase la persona, abbandonò il capo in atto angoscioso sopra la mano che gli aveva offerto Rogiero, – v'impresse un bacio, e lasciò cadervi una lagrima.
      Ch'è questo, Roberto? voi mi avete bagnato la mano.
      Possa quel Dio,
      replicava Roberto levando gli occhi al cielo, e di subito riponendoli a terra "possa quel Dio, che dovrebbe vegliare su la innocenza, accompagnarvi per la via!" – Così favellando si allontanava, ma di tratto in tratto volgeva la testa e il passo, – stava, – proseguiva il cammino: – erano i suoi occhi pieni di lagrime e di sangue; – respirava affannoso. – Certo in cotesto momento si agitava nella sua anima una molto feroce battaglia. Qual poi delle due, o la buona o la trista passione, vincesse non diremo per ora: ciò che possiamo dire si è, che la vittoria si fece manifesta con una orribile imprecazione unita ad un gesto di rabbia, e ad un fuggire alla dirotta verso il castello.
      Il pensiero dei casi avvenuti non permetteva a Rogiero di porre gran mente a quanto gli passava sott'occhio; – si partiva anch'egli sospirando; si trovava all'aperta campagna, perchè, dopo l'assedio di Corrado lo Svevo, Napoli non aveva più mura; – lasciò le redini sul collo del cavallo, e chinata la testa si abbandonò a dolorose meditazioni, senza punto badare dove lo trasportasse.
      Il destriero in balía di sè stesso seguiva l'istinto che in questi animali comunemente osserviamo, di tornarsene al luogo della loro dimora, e di certo vi avrebbe trasportato Rogiero, se, a caso aombrando per una pietra che gli si parò su la via, non avesse dato uno sbalzo all'indietro, per lo che questi si riscosse, e vide con maraviglia e spavento essere presso al castello capuano: – fu il primo moto quello di allontanarsi quanto più potesse veloce, – ma si fermò. La luna non era per anche tramontata, i suoi ultimi raggi percuotevano languidamente su le invetriate del castello varie d'infiniti colori; i suoi occhi le percorsero tutte, e si fermarono sopra una.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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