Voi mi sembrate agitato, signor cavaliere: se non siete di quelli che rinnegano Cristo per un agostaro, perchè così corre il costume, ed amate fare un po' di bene in questa vita per averne molto in quell'altra, io pregherò San Filippello, e San Gennaro, per la pace dell'anima vostra, e per quella dei vostri morti.
Allontánati, e ringrazia i tuoi Santi ch'io non ti tolga la vita in ricompensa di avere salvato la mia.
Signor cavaliere, non mi cacciate con tanta villania: se la vostra legge v'insegna ad amare il nemico, come potrete odiare chi vi ha dato soccorso?
Te l'ho chiesto io quel tuo soccorso? Se non mi hai lasciato morire, è segno che ti tornava più ch'io vivessi: e se il tuo cervello non ha fatto questo pensiero, lo ha fatto il tuo cuore. Io, così al buio, non posso vedere le tue sembianze, ma tu devi certamente essere uno scellerato: – non sei uomo?
Voi aggiungete alla mia miseria l'oppressione del vostro avvilimento. Oh! non così i cavalieri del tempo passato!
Uomo! – io non ti disprezzo perchè ti vedo miserabile, ma perchè appartieni alla famiglia degli uomini, e vo' che tu sappi, il mio disprezzo per essi cominciare da me.
Ma dagli uomini non avete avuto la vita?
La vita! – Parti forse dono la vita? Sia: – ma io non l'ho chiesta, e non ne devo esser grato. Una vita destinata a finire con la morte, a travagliarsi con le malattie del corpo, con le afflizioni dello spirito, sempre assalita dai bisogni, sempre minacciata dagli elementi.... è egli un dono questa vita?
Ma l'amore della madre, la carità dei parenti.
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