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      Oh! niente, niente, Drengotto; tu in questo caso avresti fatto lo stesso.
      Credo che sì, Beltramo; solo ti prego di una grazia, e ti scongiuro a non rifiutarla alla nostra antica amicizia: – quando porteranno a seppellire il mio cadavere, cercherai la mia mano che deve essere rimasta là in mezzo al bosco, e ti adoprerai di pormela accanto, in modo, che súbito la possa trovare; però che quando l'Arcangelo ci chiamerà a quel giudizio – ch'io non ho mai avuto – possa presentarmi dei primi, e sapere súbito il mio bene o il mio male; altramente, come vedi, chi sa ove diavolo me la caccerebbero, e quanto tempo dovrei frugare per rinvenirla!
      E qui rise, ma quel suo riso fu l'ultimo, chè l'agonia lo sorprese. Le sue labbra tremolavano increspate, i suoi denti battevano fragorosi, – ell'era una espressione infernale: le palpebre parimente si aprivano e si richiudevano con quella velocità, con cui vediamo scuotere l'ale alla farfalla nuovamente presa: il periodo della convulsione fu di pochissima durata, a mano a mano divenne più debole, cessò, – e della creatura rimase la creta.
      I masnadieri che circondavano il letto col bicchiere alla mano, vedutolo spirare, se lo accostarono alla bocca dicendo: "Anche questa è finita, – alla salute dell'anima sua!" e lo vuotarono: poi coperto il cadavere, tornarono a giocarsi a zara i danari del morto.
     
     
      CAPITOLO DECIMOPRIMO.
     
      IL PELLEGRINO
     
      .... la luce di Romeo, di cuiFu l'opra grande e bella mal gradita.
      Ma i Provenzali, che fer contra lui,
      Non hanno riso: e però mal cammina


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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