A questo solo sia concesso narrare dell'oceano; stenda la sua mano sul mare come su l'altare del Signore, e dica: io sono degno di te. Venite, e adoriamo le glorie della creazione sopra le sponde dell'oceano.
Io ti amo di quell'affetto col quale i miei fratelli di stoltezza vagheggiano il sembiante della femmina; io godo al suono dei tuoi flutti, al tuo riposo, e alla tua tempesta: libero fino dal principio della creazione, nessun potente ti ha potuto dare legge, nessuno ambizioso nč per lusinga nč per forza sottometterti; la vicenda degli anni e delle stagioni č nulla per te: quel barbaro sovrano49 che volle importi catene, sta monumento di scherno nella storia; le catene sono fatte per gli uomini.
Tu immenso, tu forte, perchč il caos era acqua, ed acqua ritornerą. In quel punto la luce riverrą a spegnersi nella sua antica dimora; il fuoco tuo nemico sarą superato, e la vittoria annunziata al mondo con la sua rovina: non pił stelle, nč luna, nč cielo, nč terra; esulterai nel trionfo della distruzione, nella solitudine della tua immensitą: perņ, mentre dura in me spirito di vita, mi dilungo su l'estreme tue sponde, e adoro le glorie della creazione nella potenza dell'oceano.
Coll'affanno del cuore, che agogna una corona, Carlo da tre giorni percorre l'oceano. Spesso sedendo a mensa, o giocando a scacchi, quando meno se l'aspettano i compagni si alza da tavola, ascende sopra la coperta; aguzza gli occhi da settentrione, ed esclama con voce tra spaventata e gioiosa: "Č Italia quella?
| |
Carlo Italia
|