– Ed egli: Io vo' intanto, che abbiate la cortesia di venire meco fino a casa, dove saggerete un cotal vino di Toscana che un mio amico mercante di Pisa mi ha ultimamente donato, affermando con giuramento che era vecchio di cento anni. – Cento anni! Domine, aiutalo! – Vo' dunque, bel compare, che veniate a farne la prova. – Vengo di certo io: – e andammo. Quivi si troṿ in capo di scala dama Ginevra, che ci accolse con una leggiadria da fare onore a qualunque grande imperatrice o Regina; e noi ricambiati in fretta con essa lei alcuni saluti, ci ponemmo a tavola per fare il saggio del vino. E vi so dire, Monsignore, ch'egli era del buono, ma del buono da vero: io non saprei assicurarvi se avesse per l'appuntino cento anni, chè la fede di battesimo non gli vidi io, ma ottimo era certo; quasi cominciai a credere dentro me, la causa della Sciampagna perduta: ma la Sciampagna si manterrà pur sempre Sciampagna!
Quand pétille,
Quand bouillonne....."
Dunque?
guardandolo ferocemente griḍ Carlo.
Dunque.... come io diceva.... questo è quanto, signor mio,
rispose smarrito il Maestro, quasi che avesse perduto il cammino; "Monsignor ś.... mi ricordo che anḍ proprio in questo modo.... se mi pare un minuto!... Vedete.... cominciammo a venire in disputa sul vino, e Guasparrino, che n'è troppo bene provveduto, ne fece portare di molte sorte, e tutte preziose, e cominciammo a fare brindisi: Evviva San Dionigi! dissi io, e bevvi Borḍ. – Evviva Mongioia! rispose Guasparrino, e bevve Borgogna: – e poi, viva Santa Genevieva! e l'Orifiamma! e Luigi il Santo! e voi, Monsignore! e per voi tornammo alla solita disputa, ch'ei voleva ch'io portassi la salute col vino toscano dei cento anni, ed io colla Sciampagna: alla fine ci accordammo che ognuno bevesse qual più gli piaceva; e coś fu fatto.
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