– Sono, ma i Santi mi hanno abbandonato! – Non gli risposi, perchè ormai aveva stabilito di tenergli nel giorno appresso il discorso intorno ai Suoi nuovi costumi alla presenza di Messinella. Così taciturni camminiamo fin dove la via egualmente distante dai nostri castelli si piega in angolo: quivi stava piantata una Croce, che i nostri vassalli chiamavano la Croce nera. – Scendete, mi grida Berardo, e al punto medesimo smonta da cavallo. – Io che pongo ogni mio contento in piacergli, balzo a terra; ed ei mi comanda di sguainare la spada. – V'è forse persona che c'insidii la vita? – Togliete la spada, lo saprete dopo, – mi dice. – La traggo tosto dal fodero, e mi pongo in atto di ferire. – Difenditi! – grida Berardo, e mi si getta addosso a corpo perduto. Atterrito dalla improvvisa ventura, non manco a me' stesso, e paro i colpi: in mezzo al fragore dei ferri che si cozzavano orribilmente tra loro, si udiva la mia voce gridante: – Che è questo, Berardo? Deh! mio dolce amico, mio diletto fratello, abbassate la spada, ascoltatemi per l'amore di Dio, in nome dei nostri morti genitori! – Non rammentarli, mi risponde terribilmente Berardo, tu ne sei diventato indegno dal momento che ti facesti traditore. – Traditore io! Berardo, sospendete un solo istante.... uditemi.... voi volete la vostra morte. – Mi oltraggi tuttora, mormorò tra i denti Berardo, ti prevali della tua destrezza per aggiungere al danno lo insulto! – E raddoppiava i colpi: essi cadevano così spessi, ch'io non potei attendere ad altro che a difendermi.
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