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      – E il Padre benedicendomi soggiungeva: – Dite. A mano a mano ch'io progrediva nell'accusare le mie colpe, m'interrompeva con esclamazione di maraviglia, della quale non dava ragione, siccome timoroso di manifestare un segreto che doveva tenere celato. Finita la confessione, tra atterrito e commosso mi domandò: – E non avete da accusarvi di nessuna altra cosa? ricercate bene la vostra memoria, se per avventura alcun fallo aveste dimenticato. – Ho detto tutto, e tutta verità, che non ho mai mentito in faccia degli uomini, pensate se oserei adesso in faccia a Dio. – Dunque, esclamò il Padre giungendo le mani, dunque sono stati traditi! – Allora lo pregai, se potessi vedere il mio amico innanzi di morire; ed egli mi confortò a starmi tranquillo; – lo avrei veduto prima che fosse sera. Vennero all'ora stabilita quattro vassalli, e preso ognuno di essi un lembo del lenzuolo, mi trasportarono soavemente nella stanza di Berardo; – c'incontrammo con un grido: fui adagiato su di un letto; e ciò fatto il buon Padre ordinò che ognuno si ritraesse. Io non ardiva favellare, Berardo forse lo sdegnava, il Frate cominciò: – Figliuoli, voi, come sentite, siete presso a passare; vi giova quindi partirvi da questo mondo amici come vi siete vissuti; perdonatevi scambievolmente, e come vuole la legge di Cristo, perdonate, al peccatore che ha desiderato la vostra morte, pregate Dio che voglia toccargli il cuore, onde la sua anima sia salva; – voi siete stati traditi. – Frate, parlò con voce fioca Berardo, quando anche fosse falso quello che mi disse Drogone, non ho io visto costui con la scellerata Messinella tradirmi nella foresta?


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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