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      La battaglia dura lunga e ostinata, la vittoria pende incerta; Carlo così gravemente armato non osa dare un salto per giungere su la galera siciliana....
      Bene....
      Io come pratico vo' tentare questo; spesso la somma delle cose deriva da un subito ardire; gli uomini sono pecore, dove l'uno va gli altri vanno....
      BeneQuando ho posto piede su fa galera, con l'aiuto di Dio confido mantenermivi tanto, che chi viene dopo possa soccorrermi; altramente bisogna morire.
      Ed io vo' essere con voi – sì certo; – così potessi io darvie qui abbassò il guardo pietosamente dove i suoi vasi giacevano spezzati "un bicchiere di quel vino, come senza dubbio sarò con voi! – egli ci ristorerebbe il cuore... ma! – ormai è finita, quello che si poteva soffrire ho sofferto; per quanto possa angosciarvi acerbo il vostro cordoglio, non giungerà mai ad uguagliare l'amarezza ch'io sento: andiamo, via, ad insegnare a Carlo come si salta su le galere nemiche."
      La via e il discorso terminarono a un punto, perchè se ciò non fosse stato, Dio sa fino a quando avrebbe continuato a dire. Gorello, visto in un balenare di occhio la condizione delle cose, gridò al Maestro: "Qua da poppa avremo migliore ventura; da questa parte le galere si urtano più spesso, nè v'è tanta confusione, onde ci sarà dato operare come vorremo, e non come potremo; seguitemi."
      Eccoli giunti sul luogo, eccoli indietreggiare per meglio lanciarsi, eccoli spiccare il salto. Ora andate a negare che un destino inevitabile si compiaccia farsi burla degli umani disegni; il buon Maestro, che ogni supplizio avrebbe preposto all'affanno di sentirsi tuffato nell'acqua, che tanto deliberato si era allestito a combattere, che considerando la mole del suo corpo aveva spiccato tal salto da disperare i più destri, mentre ha posto sopra la galera nemica tutta la pianta del piede, fatalmente percuote col tacco (che in quei giorni costumavano altissimi), e riverso a gambe levate rovina nelle acque: grande fu il tonfo ch'ei fece, e gli spruzzi salirono fino su le coperte delle galere; il malarrivato, giunto a capovoltarsi, sbuca con la testa dalle acque urlando da spiritato: "Arnault!


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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