Gorello! calatemi una fune, che annego senza misericordia; – Arnault, fa presto, o Maestro Armando serve di cena ai pesci: – Arnault! Gorello! Gorello! Arnault! oh Dio! non mi rispondono: – Monsignor Conte! lasciate un po' di menare cotesta accétta, e venite a soccorrere il povero Maestro Armando; – oh Monsignor Conte! – ehi! dico a voi, Conte.... nè pur egli vuole sentire: – bella cortesia lasciare così sommergere un'anima cristiana; – nè pure se fossi pelle di cane! – almeno si trovasse qui meco prete, o frate, che mi acconciasse alla meglio!"
Un nuovo colpo di mare lo spinge sotto, e lo avvolge per molto spazio, cacciandogli in gola grande quantità d'acqua, che il povero Maestro ne stette per morire senz'altro; ma alla fine tornò a galla con gli occhi sanguigni quasi fuori dell'orbita per lo sforzo del vomito, urlando: "Ohimè! che amaro, ohimè! – aiuto! oh Conte indiavolato! – ogni volta che ho trasportato balle di panno, se mi accadeva traversìa, gittava le balle, e mi salvava; e voi, Monsignor Conte, che non ho gettato, in così fatto modo meco vi comportate? anzi mi tenete in mare, e senza pietà consentite che anneghi? Oh avessi io sempre portato panni franceschi! Che dirà il compare, cui aveva promesso recare vino di Sicilia? – dirà, che mi sono lasciato morire per non mantenere la promessa. Bella figura da Conte! in verità non fareste un piacere col pegno in mano." E molte altre cose aggiungeva parte burlevoli, parte disperate, che noi lasciamo come troppo prolisse; imperciocchè gli venisse fatto di appigliarsi alle commettiture delle tavole della sua galera, e quivi assai tempo con tanto maravigliosa forza attenersi, che vi lasciasse la impronta delle dita.
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