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      Dite il vero; io pregherò con voi, benchè per rammentare la morte di mio padre non reputi necessaria la preghiera.
      Voi pure lo piangete defunto!
      E ucciso co' maggiori tormenti che possano immaginarsi da mente infernale.
      De profundis clamavidisse Ghino inginocchiandosi innanzi una immagine, ove molto ferventemente per lungo tempo orò, tenendo celato il volto nelle mani. Quando si rilevò, i suoi occhi apparvero lagrimosi, ma la passione che gli aveva sforzati al pianto era ormai trapassata: allo improvviso, come se la preghiera fosse stata una parentesi, tornando sopra l'ultimo discorso domandò a Rogiero: "Lo avete voi vendicato?"
      No.
      Me ne duole.
      Nell'anno che viene, se mai ci sarà dato incontrarci su la terra, spero che potrò rispondervi in altra maniera.
      Amen, bel Cavaliere.
      Sebbene i nostri eroi non sieno affamati quanto quelli di Omero62 per doverli, come egli ha fatto, mettere tre volte a cena in una stessa sera, nondimeno, od ora o poi, convien pure che ce li poniamo. Ghino, imbandita la mensa, porse da lavarsi a Rogiero, ed egli ancora data acqua alle mani gli si assise di faccia. Le vivande non furono molte, nè ricercate; una grù arrostita fino dalla mattina bastò a saziare ambedue. Se ad alcuno dei nostri lettori non piacesse il cibo, incolpi i tempi dei quali trattiamo. Il mondo da quel giorno in poi procede assai variato in tutte le cose, tanto piccole, come grandi: i falconi, gli sparvieri, i moscadi, e simili, tennero in gran pregio, ed imbandirono su la mensa dei grandi signori; ora gli spregierebbe il più vile accattone che abbia mai limosinato per amore di Dio.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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