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      Queste furono le virtù civili del mio genitore; le militari.... – voi avete tolto la sua lancia per quella del favoloso marito della Regina Ginevra; bastivi questo, che una volta correndo lancia in campo chiuso nel torneo del Natale, che suole tenersi in Siena, conquistò venti armature ed altrettanti cavalli, i quali non pure senza riscatto volle restituire ai cavalieri, ma gli menò seco a Torrita, dove magnificamente onorati gli mantenne più giorni, rimandandoli ai loro castelli stupefatti della virtù del Barone. I Conti di Santa Fiora, non potendo mai prevalere in quelli esercizii cavallereschi, molto si adoperarono presso il Comune di Siena, affinchè gli abolissero, ma sempre indarno, chè i Senesi sono prodi di mano, e troppo amanti di cotesti combattimenti. Nei tempi corrotti nei quali viviamo, la emulazione anzichè esser madre di virtù partorisce odio; nè mio padre, gentile con tutti gli altri, tenne modi assai soavi coi Conti di Santa Fiora; anzi ogni volta che poteva trovarsi a far di arme con loro, sempre si poneva nella battaglia contraria, e quivi di tali colpi li percuoteva, che spesso gli rimandò ai loro castelli versando sangue dalla bocca e dal naso. Sovente da più piccole cause derivarono ferocissime avventure: l'odio dei signori si trasfuse nei vassalli, i quali spesso incontrandosi pei campi vennero prima a parole di minaccia, poi alle ferite ed agli omicidii; i Baroni reputarono andarne dell'onore loro dove con le proprie armi non gli sostenessero, ed ecco come ruppero in manifesta guerra in seno di un paese che vanta libertà di stato e governo di repubblica.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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