Venne il momento in cui contraendo i muscoli, coi denti stretti, gli occhi gonfiati, l'afferrai con ambe le mani, e giunsi a sollevarla. – L'hai sollevata! – gridò la voce della signora, che all'improvviso mi percosse la spalla; – orfano, tra un anno e un giorno saprai quello che si vuole da te.
Fu imbandito uno splendido banchetto, le bandiere sventolarono sopra le torri del castello, e le trombe suonarono dalla mattina alla sera per celebrare la festa della lancia sollevata. – Passa il giorno, – si fa il mese, – l'anno si compie: a mezza notte sento toccare la porta della mia camera, ed una voce che grida: – Perchè dorme il figlio del tradito? l'ora della conoscenza è arrivata. – La signora del castello mi piglia per mano, – ella tremava come foglia, – e mi conduce alla cappella: su l'altare stava un libro aperto, e la camicia insanguinata; la lancia era nella mia destra. – Quella è la camicia che vestì tuo padre nel giorno della sua morte; quel sangue di cui va tinta è sangue di tuo padre, cavatogli dalle vene a tradimento dai suoi nemici: giura, figlio del tradito, sopra i santi Evangeli, che lo vendicherai. – Appoggiai l'asta all'altare, e battendo con ambe le mani sul libro urlai: – Lo giuro. – La signora mi si gittò al collo, e pianse, e rise, e mi baciò forsennata. – Anima sicura, vero figlio del mio tradito fratello, ascolta chi sei. – Qui mi narrava gran parte delle cose che già voi sapete, ed aggiunse: – La donna che ti menava la sera alla cappella, era tua madre; ella viveva meco, come può vivere la moglie del profugo di cui la testa è messa a prezzo: una sera un vassallo vestito a lutto giunse al mio castello, e domandò vedermi: – Che nuove, vassallo? gli richiesi, allorchè pose il piede nella sala.
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Passa Evangeli Appoggiai Anima
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