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      – Madonna, vi porto parole del vostro fratello, ma le ultime. – Dille. – Avanti di perder la testa sotto la scure, Monsignor Tacco, chiamatomi a sè, mi ordinava: quando sarò morto, fa di levarmi la camicia, e intingila più che potrai nel mio sangue; poi prendi la mia lancia, e va con queste cose a Radicofani da mia sorella madonna Gualdrada, – intendi bene, – mia sorella; – la mia sposa morirebbe all'annunzio; – e le dirai: Madonna, questo è il retaggio che vostro fratello manda al suo figliuolo Ghino, e vi raccomanda per quanto aveste caro il suo amore in vita, e amate la pace della sua anima in morte, che nulla facciate sapere al fanciullo dei suoi casi, finchè giunto a conveniente età possa maneggiare questa lancia; allora gli svelerete il suo lignaggio, e gli farete giurare su l'Evangelo di vendicarlo. Della sua moglie non vi parla; – questa speranza ha reso meno amara l'ora del suo assassinio. – L'annunzio non si potè tanto celare, che non giungesse alle orecchie di tua madre; venne nella mia camera per saperne la verità, io non negai nè affermai, ella cadde.... ora giace – sepolta – qui – sotto i tuoi piedi. Tuo padre bandito dal contado di Siena sì dette alla strada; incatenato nel sonno venne in mano dei Farisei: le sue parole commossero i cittadini, forse era salvo; ma il Benincasa di Arezzo giudice criminale di Siena ne vendè la vita, e i conti di Santa Fiora sborsarono il prezzo del sangue: egli è morto sul patibolo, dico – sul patibolo; – sia il tuo odio contro i Conti, – se hai nell'anima qualche cosa più dell'odio, pel Benincasa: – quegli erano antichi nemici, questi un codardo tremante che trafficò l'anima dell'innocente co' fiorini: ora egli tiene ufficio di Senatore a Roma; la fortuna ti offre luogo splendido per la vendetta; da questo momento non puoi più albergare nel mio castello; già di un'ora è trascorsa la mezza notte, il cielo stride tempestoso; ma armati, e vattene: il solo segno pel quale ti sia abbassato il ponte di Radicofani è la testa del Benincasa.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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