Che volle fare la Natura, quando con lo orrore delle nevi, le rovine della valanga, la bufera dell'uragano, lo spavento della solitudine, i dirupi, i torrenti, ci ricinse delle Alpi? Pensava ella che fossero sufficiente schermo alla rabbia degli uomini? Non era meglio stillare nel cuore loro un pensiero di pace? Avrebbe la perversità della creta superato la previdenza della Natura? Quelle nevi, quelle rupi furono vinte da tali, che nulla curando abbandonare le care consorti e i parenti, sgorgarono rabbiosi su queste nostre contrade simili a fiumi di lava infuocata: – qui oppressero, – qui si strapparono dalle mani sanguinose la preda, – qui caddero; ora bagna la pioggia, ed agita il vento le loro ossa insepolte, senza onore di fama, senza compianto. Miseri ingannati, che giubbilando accorreste sotto lo stendardo del feroce, che vi chiamò con la gloria perchè vi avrebbe allontanato il disprezzo, venite, e vedete qual sia gloria la vostra. Servi vergognosi di un solo, traditi in vita, come derisi in morte, cadeste vittime innanzi l'idolo della spada che avete adorato. – Essi ci oppressero, essi mangiarono tra noi il pane dell'empio, bevvero il vino del violento65; adesso sono morti, esecriamoli.... no.... le antiche ingiurie furono vendicate. Angoscia amaro il riso dello scherno sul labbro del vincitore? Assai lungamente i nostri padri fecero gustarlo altrui, ora gustiamolo noi; – il tempo viene implacabile e giusto riparatore dei torti: – assai lungamente durammo scellerati; se avessimo continuato ad essere forti, lo saremmo tuttora; ci mancò l'anima e la forza, altri ha prevalso; – che giova il lamento?
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