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      Non io vi tornerò per certo, chè temerei ogni uomo che m'incontrasse per via, al suo compagno mi additasse, e gli dicesse: – Questi è quel forte, che non seppe salire sul monte. – Imitiamo così il nostro virtuoso Signore, che con venti galere si mise in mare alla ventura d'incontrare le ottanta dell'eretico Manfredi; così la data fede gli conserviamo. Ben è questa la via che conduce alla immortalità, questo il modo pel quale acquisteremo le sacrosante indulgenze, che con tanta larghezza ci ha compartito il Pontefice, lo scioglimento questo del voto che faceste alla presenza dei suoi Legati, allorquando prendeste la croce: – pensate, voi adesso trovarvi in faccia degli uomini, e di Dio. Il nostro nome sta per diventare eterno, chè l'infamia si prenderà cura di conservarlo come esempio di vergogna; – il giglio d'oro è macchiato, l'onore perduto; io qui spezzo la spada, e giuro su la fede di Cavaliere di non portare più l'armi: – andiamo incontro all'onta e alla disperazione, da che gloria e salvezza aborrite." – Queste cose disse il Monforte, ed altre molte ne aggiunse, parte delle quali come vane non ascoltarono, parte andarono perdute tra il rumore del vento, e della moltitudine. Ora stavano sul punto di volgere le spalle, allorquando la Contessa Beatrice, donna di gran cuore, levatasi su la lettiga ordinò che i montanari salissero in piedi su le selle dei cavalli, e quanto più potevano la sollevassero. In questa maniera giunse sul masso, che forse otto braccia era alto, e là, como da un trono, toltasi il velo di testa si dette a sventolarlo in atto di gioia.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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