A vero dire, da quella parte non si scorge che un'alba d'Italia; ma tanti angustiavano ancora nella memoria gli orrori che avevano trascorsi, tante le speranze e le immagini lampeggiavano nella fantasia, suscitate dagli altrui raccontamenti, che parve loro di contemplare il Paradiso terrestre, quale l'Eterno aveva posto per la creatura senza peccato; onde sollevando le braccia al cielo gridarono – "Italia! – Italia!" – Questo grido si propaga giù per la valle, i più discosti ripetono – "Italia!" – Adesso sì ch'era un affrettarsi, un affaccendarsi davvero; la voce dei capitani non si ascoltava, le percosse non si curavano; urtando, spingendo, adoperandovi mani e piedi, gareggiavano a cui prima giungeva. Veramente la scesa non compariva meno affannosa della salita; ma chi, potendosi deliziare nella vista di cose leggiadre, vorrebbe attristarsi nella contemplazione delle increscevoli? Vedevano campi fiorenti, prati benedetti dal cielo; quella era la meta del cammino, della via che vi conduceva non si curavano: là speravano cibo e riposo pel bisogno presente; là terre, ricchezze, e quanto altro può rendere lieta la vita; ormai se ne facevano signori; avevano superato la Natura, degli uomini non si davano pensiero. Sciagurati! là avrebbero trovato la tomba, se il destino ne avesse commessa la difesa ad uomini – o più valorosi, – o più concordi, – o meno infami.
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Siccome andiamo convinti, che nessuno leggerà queste nostre carte, buone o triste che sieno, per imparare un trattato di geografia, così lo confortiamo a non maravigliarsi, se con súbito salto trasportiamo Rogiero da una foresta della Terra di Lavoro alla Mirandola, castello un tempo fortissimo di Romagna, il che forma bene parecchie centinaia di miglia.
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