O chi c'è egli che gli contrasti su quel di Milano? non sono Ghibellini in que' paesi?
E' ce ne ha dei bianchi e dei neri, mio bel Giacomino, perchè tutto ad un modo il mondo non potrebbe andare: pure il Marchese Pelavicino, che è consorte di Manfredi, sta sul contado di Pavia; Buoso da Duera su quel di Cremona, e Mastino della Scala su quel di Verona; sì che pensate se il lasceranno passare senza pedaggio! Tal sia di loro. Che abbiamo, Giacomino, per fare un po' di colezione da poveri Ghibellini?
Rogiero, soddisfatto l'albergatore, premuroso di andare, quanto il giorno innanzi di rimanere, pose la sella al cavallo, e si allontanò dalla Mirandola. Seppe per via che i Francesi, invece di fare la strada di Asti a Parma, ch'era la retta, si avanzavano per la parte di Cremona, onde impaziente di affrettarsi prese a cavalcare verso le sponde del Po. Giunto a Luzara, sebbene il sole fosse alto, e la barca pronta per traghettare il fiume, lo sorprese la medesima esitanza che lo aveva fermato alla Mirandola; la immagine del padre erasi indebolita, e quel dubbio d'imprendere cosa abbominevole, e quella parola di traditore, tornavano a scompigliargli l'anima. Nel silenzio della notte, sul letto solitario, cercò invano di trovare cosa che lo acquietasse, e gli pareva di camminare tentoni in luogo tenebroso, pel quale più si avvolgeva, più si smarriva. La mattina quando si risvegliò, si avvide di avere una carta nella mano destra; onde maravigliato del caso si accosta alla finestra, e al barlume del crepuscolo legge: – Rammentatevi di vostro padre.
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