Ecco quel vostro insopportabile riso di scherno. Che volete? cugino, – io sono fatta così; ricevere la lieta novella col viso stesso col quale si riceve la trista mi riesce impossibile. Che potrete dire di me? La Contessa ride se la ventura le cammina prosperevole, piange se contraria; ma voi fate altramente nel vostro cuore? E per un po' di copertura, per un po' di sforzo menate tanto vampo; eh via! lasciate che sgorghino le lacrime quando vogliono sgorgare, e ridete quando vi prende desiderio di ridere. Forse per dolermi delle avversità mi perdo di animo vilmente, e, per quanto mi ha concesso il cielo di senno e di forza, non mi adopero io a superarle?
Contessa, questi che accompagna il nostro uomo è Cavaliere; non sarebbe bene che voi andaste ad acconciare più convenientemente il vostro abbigliamento?
Conte di Monforte, noi vi preghiamo che non vogliate darvi maggior cura di nostra persona di quella che ci diamo noi;
disse in atto disdegnoso la Contessa Beatrice; e poi guardandosi attorno, e scorgendosi abbigliata da vero meno che onestamente, arrossì, sorrise, ed aggiunse: "Bel cugino, io vedo che quando avrete perduto quella vostra ruvidezza da soldato, diverrete discreto maggiordomo della più ritrosa dama dai trenta anni passati." Poi la stessa ambizione, che così scomposta l'aveva condotta in quella stanza, la fece uscire a comporsi, perchè la rabbia di comparire ornate, se in pochissime donne non è la prima passione, viene però immediatamente seconda.
Quando la Contessa ricomparve nella sala, il Corriere e Rogiero vi si affacciavano per altra parte.
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