Le condizioni sono: che non si divida il Regno: che si presti giuramento di ligio omaggio, e di fedeltà alla Chiesa: che se il Re di Napoli sarà creato Imperatore, e Sovrano di Lombardia, o di Toscana, dentro quattro mesi renunzii il Regno: che se il Re è maggiore di diciotto anni amministri di per sè stesso, se minore si sottoponga alla curatela della Chiesa: che annualmente nella vigilia dei Santi Pietro e Paolo si paghi il censo di ottomila once d'oro, e più un palafreno bianco, buono, e bello: che in sussidio della Chiesa a richiesta del Pontefice mandi trecento uomini di arme pagati per tre mesi, o pure possano commutarsi in soccorsi di navi: che il Re, e suoi successori, non s'intromettano nelle elezioni, e postulazioni dei Prelati, salvo però quello che loro si appartiene per Juspatronato: che non s'impongano taglie alle chiese: che si tengano pronti mille cavalieri per Terra Santa etc."75
Carlo che sentiva tutte queste condizioni con animo di non serbarne pur una, maestosamente risponde: "Noi Carlo di Francia, per la grazia di Dio Conte di Angiò, di Folcacchieri, Provenza, e Linguadoca, Re di Sicilia, del Ducato di Puglia, e del Principato di Capua, a voi signor Clemente Pontefice IV, e in nome vostro ai vostri successori facciamo ligio omaggio pel Regno di Sicilia, e per tutta la terra ch'è di qua dal Faro fino alle frontiere, eccettuata la città e contado di Benevento, distretti, e pertinenze, a noi, e ai nostri eredi concessa dalla predetta Chiesa Romana; le cose espresse nella Bolla ratifichiamo, e di tenerle osservate promettiamo e giuriamo.
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