Matteo Cardinale Diacono, preso il libro degli Evangeli lo pone innanzi al Conte ed alla Contessa, che mettono le mani sopra di quello; Clemente tolti dallo altare due manti di porpora foderati di ermellino li porge ai Cardinali, che ne coprono le spalle a Carlo e a Beatrice, i quali súbito prostrati su i gradini dello altare ricevono dalle mani del Papa la unzione col crisma consacrato, e la corona reale, che Matteo gli presentava in un vassoio di argento. Beatrice trema, scolorisce, una lagrima le sgorga dagli occhi, e cade sul pavimento: Carlo impassibile, pių che alla presente cerimonia, tiene l'animo rivolto ai mezzi di conquistare il Reame di cui per ora ha la corona soltanto. Il Pontefice, incoronati i personaggi, lascia egli pure cadersi in ginocchio, e invoca a braccia levate lo Spirito Santo; il popolo risponde alla prece con grida tumultuose; le campane suonando a distesa accennano la cerimonia consumata; le trombe vi aggiungono altissimo fragore. Viva Re Carlo! Viva la Regina Beatrice! Vivano i Re di Sicilia! e la chiesa al rimbombo pare che cada rovesciata dai fondamenti: pure tra tante voci che applaudivano si udė un urlo, che disse: Morte agli stranieri! Ogni uomo riputando di avere a lato colui che aveva tanto ardito (cosė l'urlo fu sonoro e terribile) si volse cruccioso, ma su le labbra del vicino udė spirare l'ultime sillabe, Viva Re Carlo: sospettarono molti che si fosse partito dal soffitto, e alzarono gli occhi verso quella parte; nč agli orecchi di Carlo rimase celato, e fu sentenza di morte per molte centinaia d'individui, che immolava in appresso per acquietare il sospetto suscitato nell'anima sua.
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