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      Sommo dolore egli è questo; – ma fine dei dolori, – la morte. Se la vita è un presente, vi renunzio; l'avrei renunziata, se la mia ragione avesse potuto conoscere la vita, e se l'avessero interrogata; – s'ella è una pena, perchè punirmi? perchè sarò doppiamente punito per non sopportare la pena? Questa non si chiama giustizia.... Giustizia! osa profferire sì fatta parola al cospetto del potente: – dov'egli abbia sortito dal cielo compassionevole indole, farà per lo meno guardare dal medico se hai sano il cervello. – E poi io difesi la vita dalla fame, dalla sete, dal freddo, da tutti gli stenti, che a corpo mortale è dato sopportare; ma dall'obbrobrio non ho saputo, – non ho potuto: se lasciarla fu colpa, tenerla era vituperio; tra il vituperio e la colpa, io ho scelto l'ultima: se doveva scegliere il primo, perchè non additarmelo? perchè darmi tanta paura del disonore? perchè compartire ai miei simili una smaniosa volontà di perseguitare l'avvilito? perchè sarebbe peccato? Sia un corpo di forma quadrata, o rotonda. – servirà meno agli ufficii della natura? Degli enti non si perde nulla, la materia torna alla materia.... – Lo spirito?.... Non è assai prova superare la rabbia del vivere instillataci nel sangue? non assai pena la ineffabile angoscia di scompigliar l'ordine della nostra esistenza attuale? Se è concesso uccidere un altro uomo che ti vuole apportare affanno, perchè non potrai uccidere te stesso per fuggirlo? Che cosa ha questa vita che meriti di essere conservata?


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699