Il mondo offre due sole strade ai viventi: – o scellerato, – o vittima; per essere il primo l'anima mia è troppo piccola, onde sprezzare la fama e chi la dona; per la seconda, è troppo grande, onde sopportare come lo infingardo sopporta. Finora ogni minuto fu un gemito, – ogni giorno un dolore, – adesso ogni anno sta per diventare un delitto."
E così avrebbe certamente, con lo ingegno che aveva sortito prontissimo, divisato tutte le sentenze, che l'Abbate di San Cirano, Robeck, Rousseau, Goethe, Ugo Foscolo, ed altri infiniti, hanno mosso in favore del suicidio, e forse avrebbe anch'egli concluso col darsi la morte, – argomento che non ammette ragione in contrario, – dove una voce sonora non gli avesse percosso le orecchie, gridando: "Rammentatevi di vostro padre." Rogiero trasalì, si guardò spaventato d'attorno, percorse i luoghi circostanti; – non traccia, non vestigio di umana creatura. Ora sì ch'egli stette da vero per divenirne folle, e se i precedenti discorsi furono in parte scevri di sapienza, in parte empii, come dettava la sua feroce passione, pensisi quali divenissero dopo la esposta avventura.
Chi è che nega il destino? Eccomi immerso nel delirio di amor disperato, ricinto dai lacci della colpa, nè posso liberarmi; gemo sotto il peso di catena, che non ho balía di spezzare; i miei polsi grondano sangue, ed è invano il dibattermi; acquietati, aspetta il compimento dei tuoi destini, e divorati il cuore. Ecco l'abisso del pianto, del rimorso, dell'ira; mi appiglierei al ferro tagliente per non precipitarvi, la forza mi vi strascina.
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