Donde nasce questa forza maledetta? dall'Inferno, o dal Cielo? Nol so, nol vo' sapere; la forza vive e regna, ed io sono condannato a precipitare. Oh! se mi fosse concesso domandare ragione! se il potere di muovermi con gli elementi!....
E qui Rogiero divenuto del tutto privo di senno pronunziò tali voci, che Dio nella sua bontà avrà certamente rimesso a quell'anima, ma che furono le più scellerate, che mai avesse ascoltato da bocca mortale: maledì il giorno che nacque, l'acqua del battesimo, il fiato della vita, i sacramenti, il latte della madre, la generazione del padre: trasportato dall'impeto correva per la foresta, come uomo percosso da quello spaventevole morbo che chiamano licantropia77, e d'ora in ora digrignava tra i denti: "tiranno.... tormentatore delle anime.... possa morire la natura!..." ed altre assai che sarà meglio tacere. Seguendo la sua corsa, cieco della mente e degli occhi, ode allo improvviso gridarsi davanti: "Fermati, uomo, se non ami andare innanzi il tuo tempo entro il sepolcro."
Rogiero allora, costretto a riunire lo spirito ai sensi, si vide forse un palmo distante da una fossa: in linea retta ne erano molte altre scavate nel medesimo campo, e aperte, quasi perchè fossero più pronte a divorare la schiatta destinata a morire. Le parole si erano dipartite da un vecchio Frate che pareva non avesse aperto labbro, tanta era l'attenzione che poneva a scavare la sua celletta di morte. So bene che l'arte di Lavater per conoscere dall'esterne qualità del volto i reconditi pensieri dell'animo procede incertissima; pure così siamo fatti, che ci fermiamo a considerare il vaso prima di bere il liquore che vi si contiene: consideriamo pertanto come meglio si può le umane sembianze, non perchè insegnino scienza, ma perchè ammaestrano a dubitare, – e il dubbio forma tutto ciò che alla polvere si concede sapere.
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