No.
Sei per commetterlo?
Sì.
E che cosa vuoi dal Signore?
Ch'ei mi salvi da una forza che mi strascina alla colpa.
Qual forza? Cristiano, dì – voglio; e vorrai.
O Frate, Frate, voi siete incredulo, ma io per la notte e pel giorno sono condannato ad ascoltare la voce del mio tradito genitore.
Che domanda?
Un delitto.
Oltre quirispose il Frate additando la fossa "non v'ha che perdono; tutto ciò che racconti è illusione del tuo spirito disposto a mal fare."
Potrebbe la casa di Dio, se ciò fosse, sanarmi
?
Potrebbe.
Padre, io mi rendo Frate.
Perchè v'è silenzio,
riprendeva il vecchio, e cogli occhi accennava l'Abbazia, "credi tu che tutti abbiano pace là dentro? Non sai che la disperazione tace? non sai che il pianto si consuma, non già l'angoscia che fa piangere? La soglia del convento non è muro che valga a difenderti dalle passioni del mondo: se ve le porti, le troverai; se vi porti il delitto, vi troverai il rimorso; se il desiderio, lo spasimo. Vissero tali, che ingannati dal sembiante, o, per meglio dire, fidandosi troppo in questo recinto, avviliti da qualche sciagura, sdegnati, ma non sazii del mondo, vestirono l'abito del nostro ordine, ma non ne assunsero lo spirito: indi a poco le cupidigie risvegliandosi in loro più gagliarde che mai, anzi irritandosi per la difficoltà di conseguire, o di deboli divennero scellerati, o logorarono nella rabbia la vita, e nessuno di questi salvò l'anima. Nel silenzio di quelle muraglie stieno nascosi i fatti della colpa. Tu bada, se vuoi essere felice, che lì dovrai deporre ogni desiderio di gloria, ogni odio, ogni amore; sarai come defunto, come non nato; ignorate passeranno le tue virtù, vanità ti fingerai gli applausi della gente, la corona della sapienza e del potere; solo cosa reale la terra che dovrà seppellirti; e tu traboccherai nella morte sconosciuto, non curato, come una goccia di pioggia che cade nell'oceano.
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Frate Frate Frate Dio Frate Abbazia
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