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      ... ma no, che voi potreste ritirare il vostro perdono, e pentirvi di avermelo dato, e maledirmi per sempre; – no, ch'io non vi dirò come ho fatto a tradirvi!
      Roberto, più che voi non credete sono assuefatto a sentire la sciagura; voi non potrete narrarmi nessuna gran cosa ch'io non abbia immaginata o sentita: volge assai tempo che mi trovo disposto a tutto; parlate, io vi prometto di non ritirare il perdono.
      Lo giurate?
      Lo giuro.
      Padre, in cortesia, ricevetene il giuramento.
      Rogiero pose la destra su la immagine del Redentore, e disse quello che al Padre piacque di suggerirgli.
      Dunque voi non potete più disdirvi, Rogiero,
      domandò Roberto a Rogiero, il quale gli rispose assentendo col capo: "allora venite qua, sedetemi vicino su la sponda del letto; io parlerò sommesso, perchè sento mancarmi la vita, e forse chi sa se potrò terminare la mia confessione Rogiero, sentirete la storia di un delitto che non concede gridi nè pianto, ch'egli è troppo maggiore di loro; le lacrime vi si congeleranno su gli occhi, i gridi si soffocheranno nella gola. – Che impallidite, Rogiero? Oh! non è tempo ancora; se voi non fate core adesso, in verità io vi protesto che morirete prima che io la finisca."
      Rogiero ponendo la sua nella mano di Roberto, per fargli sentire che non tremava, gli ordinò: "Dite."
     
     
      CAPITOLO DECIMOTTAVO.
     
      LA ESTREMA UNZIONE.
     
      Posta s'era a seder sopra il suo lettoLa miserella vinta dal dolore,
      Ed avea nelle bracciaIl figliuol pur mo nato:
      Questo, disse, è quel latteChe ti può dare il petto
      Di tua madre infelice, e trapassata


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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