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      ... Madonna, forse egli è salvo. – Un grido lontano, quasi volesse affermare questo detto, esclamava: – Sono in salvo! – Mentre tento rilevarmi in piede, odo il rumore di passi accelerati che si dirigono alla mia volta, e la voce del Barone, che mi domanda: – Dov'è il morto? – E' non ha voluto lasciarsi ammazzare, Messere, e se n'è fuggito dopo di avermi poco meno che ucciso. Il signore proruppe in una bestemmia, e si allontanò mormorando. Egli era un mistero: per bene otto giorni rinchiuso nelle sue camere, non disse nè fece più nulla, se non che mandò a chiamare un tal Rinaldo d'Aquino, Conte di Caserta, per lo tempo trascorso famigliarissimo al castello, che i servi si dicevano all'orecchio mal gradito amante di madonna Spina. Allo spirare degli otto giorni fu annunciato ai vassalli si apparecchiassero alle nozze della figlia del Conte, che doveano farsi il giorno appresso. Comecchè assuefatti ad eseguire i comandi del Barone senza proferire parola, e allo improvviso, tuttavolta questa precipitosa risoluzione ci parve stupenda, e osammo dircelo, e più osammo sospettare non fosse presa contro la volontà di Madonna: certo ella si mostrava di rado alla nostra presenza, pure noi ricevevamo quel leggiadro aspetto con un sorriso, e sospirando la vedevamo allontanare; – pareva un angelo tra i demoni; – convinti che la preghiera su le nostre labbra non sarebbe ascoltata, la supplicavamo talora volesse pregare per noi, – la tenevamo come un anello che stesse tra le nostre anime e il Paradiso; – nessuna orazione fu da più bella o da più buona creatura proferita, e forse più grata.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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