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      .. – Chi dorme? – Che t'importa sapere chi vi dorme? tu non devi guardare altro che a finirlo. – Che m'importa? Santa Maria! m'importa benissimo: non potrebbe essere un mio consorte? – Non te lo aveva detto che la paura ti ha vinto? vieni qua, che ti riponga la benda, e ti riconduca al castello. – Rispondetemi, – e qui, Padre, proferii un crudele giuramento – rispondetemi, ่ egli un mio consorte? – Non ่ tuo consorte. – ศ egli un mio amico? – Non ่ tuo amico. – No? – Quanto ่ vero chi ci deve condannare. – Ora vedrete se ho paura io. – Scesi in punta di piedi, brancolando con la manca pel buio, col pugnale nella destra, palpai il corpo del giacente, tolsi la mira sul cuore, vi apposi la punta, l'alzai, l'abbassai... quale urlo straziante! – (E il moribondo si turava le orecchie come se in quel momento lo percuotesse.) – Il Conte Anselmo della Cerra avanzandosi su l'orlo della apertura, schiuse una lanterna, e domand๒: – ่ anche spirata? – Troni del Paradiso! un raggio di luce strisciando sul letto sanguinoso mi svelava nella trafitta le sembianze di madonna Spina. Correva intorno la stanza cieco per troppa rabbia, gridando disperato, allorch่ un vagito d'infante si aggiunse a tanto strepito d'ira, di spavento, e di terrore: a balzelloni mi accosto al letto, e ne rimuovo la coltre; miserevole caso! – un bambino si avvoltolava nel sangue; il dolore ne aveva affrettato il nascimento, e forse sarebbe venuto alla vita solo per provare quanto sia acerba la morte, dove la madre non avesse avuto coraggio di porsi a sedere sul letto, di recarsi in grembo il fantolino, e baciarlo.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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