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Non dirlo, Rogiero!... Padre, lo pregate a non dirlo! narrategli con quali penitenze io mi sia travagliato per iscontare la colpa.... io ti ho pure salvato la vita.
Esecrai chi me la dette; e te, quando anche nessuna ingiuria mi avessi apportato, esecrerei per avermela conservata: – dànnati, e spira.
Spietato! verrà giorno che pagherai amara questa tua crudeltà: – già presso a comparire al tribunale di Dio, sento che i miei delitti sono troppi, e troppo gravi perchè mi vengano rimessi.... il tuo perdono non mi avrebbe giovato, ma avrebbe parlato per te, allorquando verrai giudicato a tua posta: – anche una volta.... vuoi mantenere il tuo giuramento?
No.
Vattene dunque, e mi lascia morire in pace.
No: – finchè il velo della morte non sia calato sopra le tue pupille, scorgi il mio aspetto, e dànnati, e spira.
Non aveva Rogiero finito le amare parole, che si schiusero le porte della cella, e comparvero due file di monaci che recavano in mano molte torce accese; veniva ultimo in aspetto solenne il Frate che aveva incontrato Rogiero nel Camposanto, tenendo sotto una mantellina di seta la materia per la estrema unzione. E qui giova notare che la disciplina religiosa di quei tempi, a norma dei documenti lasciati dallo Apostolo Santo Jacopo, adoperava con molta discrezione quel sacramento, nè lo amministrava se non quando l'ammalato era per trapassare. – Inoltratosi pertanto il Frate, alla vista di Rogiero, che, con la mano levata, faceva atto d'imprecare, e a quella di Roberto, in religione chiamato Egidio, che supplichevole, atterrito per la paura della vicina dannazione, grondante sudore, pareva aver consumato i partiti pe' quali l'uomo muove a compassione l'altro uomo, conobbe il caso; onde voltosi all'offeso, con quella fierezza che deriva dallo zelo, gli toccò la fronte, e disse: "Creatura nata a morire, potrai conservare odio immortale?
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