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      E così discorrendo, e cumulando errore ad errore noi non sappiamo dove sarebbe andato a riuscire, se Beltramo in quel momento, stretta l'ultima cintola, non avesse detto:
      È finita."
      Me avventuroso, quando proferiranno questa parola sul mio cadavere! Pure chi sa che anche nella fossa non mi aspetti qualche altro affanno, e chi sa se veramente là dentro si trovi riposo! Nonpertanto io non posso sperarlo altrove, poichè le nostre condizioni sono la vita e la morte, e nella prima già mi dispero di più mai conseguirlo.
      Soffrendo impazientemente che più oltre si prolungasse il tempo di armarlo, con quelle armi che si trovava in dosso uscì della stanza e scese nel cortile, dove trovò il suo buon destriere Allah in punto di essere cavalcato, tenuto da uno scudiero: senza altre parole, posto il piede in istaffa, inforcò la sella, e lo spinse fuori del cortile. Mentre stava per uscire, messer Ghino, reduce con alcuni dei suoi dalla divisata spedizione, gli si presentò dinanzi, attraversandogli la via.
      Dove, Principe?
      Dove piace a colui che padre e innocenza mi ha fatto perdere a un punto.
      Voi mi parlate strane novelle, Rogiero: vorrestemi in cortesia farmele chiare, narrandomi quello che vi è avvenuto?
      Non vi curate conoscerlo, messer Ghino; già sapete assai per disprezzare la vostra schiatta; io ve la farei abborrire, e troppo grave danno ne verrebbe a voi, ed a lei: sgombratemi la via.
      Voi siete ammalato nello spirito, amico mio; e se la compassione non permette di abbandonare lo infermo di corpo, molto meno concederà di abbandonare l'ammalato nel cuore, di cui le malattie travagliano più profonde e terribili.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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