Gli uomini godono allo aspetto delle rovine, nè possono perdonare nessuna superiorità di averi e d'intelletto. La fama assai si rassomiglia al Paradiso dei credenti in Maometto, per giungere al quale fa di mestieri traversare Alzirat, il ponte largo quanto un filo di ragnatelo, sotto cui scorre una riviera di fuoco, che con la vampa e il fragore spaventa chi passa: qui sì che fa di bisogno davvero la buona coscienza che rassicuri; un lieve ribrezzo, uno sfumato raccapriccio è morte eterna: da quella riviera infuocata la forza degli angeli e degli uomini riunita nel braccio di un demonio non varrebbe mai a sollevarti. Leggesi, che certo storpio s'imbattè un giorno in un cieco, e poichè scambievolmente si ebbero raccontato con quanto pericolo e affanno ognuno di loro procedesse nello impreso cammino, il cieco proponesse di levarsi in collo lo storpio, e così l'uno giovando con le gambe, l'altro con gli occhi, potessero ambidue pervenire a buon
salvamento. Oh! bella carità questa, e certo degna del mondo come dovrebbe essere; ma tanto e tanto va immersa la gente nella costumanza del male, che io per me affermo, che dove tutti fossero ciechi, e dispersi pel deserto, ed uno solo godesse della luce per bene condurli, vorrebbero traboccare più tosto in qualche dirupo, perdersi dentro il torrente, – morire in somma, che sopportare la condotta di quell'uno. Ma io ho promesso una istoria, e così seguitando parmi che si convertirebbe in un trattato di filosofia, – e quale filosofia! pure non mi dà l'animo di cancellare una sillaba; quello che è scritto è scritto; molti non capiranno, più molti non vorranno capire; nondimeno la verità vive senza bisogno di essere intesa, ed io ho avuto il coraggio di dirla, e spero in Dio di conservarlo sempre, che in questa terra da cotesto valore in poi non mi venne altro retaggio: intanto io me ne lavo le mani, e non come Pilato, e la infamia a cui tocca.
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