– Ritorno alla storia.
Rogiero dunque, sì come raccontava, avvertito dalla gentile coscienza, stava per ritirare la mano, ed in vece del fiorino proferire parole di scusa, quando il giovanetto si gettò avidamente su la moneta, e con ambe le mani gliela svelse dalle dita; intanto il suo volto si ricomponeva alla quiete, e le labbra si schiudevano al sorriso, mentre che tuttavia le lacrime gli sgorgavano dagli occhi. Rogiero, assuefatto a conoscere molte passioni umane, e tutte schifose, non potè contenersi dallo esclamare: "Io non avrei mai creduto che col danaro si comprasse anche il dolore!"
Il fanciullo lo seguitava in atto sommesso, gl'insegnava il luogo ove meglio avrebbe accomodato il cavallo.
Rogiero, dato al suo Allah le cure di un amico, si incamminava all'albergo.
In mezzo della stanza stava l'oste, – strana figura a vedersi! lungo sperticato, comecchè per tenere le spalle levate verso la nuca apparisse senza collo, con molto scapito della sua statura: il petto, diverso da quello di ogni animale della sua specie, non era piano nè convesso, ma incavato, macilento quanto le vacche che vaticinarono a Faraone la carestia dell'Egitto, con certe mani scarne, unghiate da accomodarne i nibbii: – avresti giurato che a mettergli un lume dietro gli si sarebbe veduto che cosa pensava nel cuore; e a malgrado lo inviluppo della carne, io credo che gli si potesse studiare addosso l'osteologia; aveva la fronte aguzza, alta forse due dita; il naso torto all'ingiù, il mento all'insù: quasi due amici che anelassero abbracciarsi; gli occhi presso le palpebre di bel colore carminio, più oltre di piombo scuro; la bocca amplissima prendeva le mosse da un punto assai prossimo alle orecchie, e formava un sesto acuto sopra il mento; qualcheduno che avesse avuto vaghezza di fare similitudini, l'avrebbe assomigliata ai festoni da morto che oggigiorno si appiccano alle porte delle chiese; nè il colore avrebbe impedito, chè se i labbri con erano neri non erano neanche vermigli.
| |
Allah Faraone Egitto
|