Per quanto s'ingegnasse, non giunse però a nascondersi da Rogiero, il quale, riconosciuto che l'ebbe, si sentì sorpreso da un senso di paura simile a quello che ci percuote allorquando ascoltiamo un racconto terribile: – vorremmo interrompere il narratore, e le parole si perdono per la gola, – vorremmo allontanarci, e le gambe ci paiono radicate sul terreno, e il sudore scorre su la fronte gelata, e non osiamo voltare la testa. Vergognando d'impallire al cospetto di tale uomo ch'ei teneva per vile, raccolse fiato, e disse con un sospiro: "Voi qui, pellegrino!"
Proferite le prime parole, rotto lo incanto, riprese il vigore del pensare, e del sentire, onde guardando su i quattro ribaldi, che avea d'attorno, lo proverbiava con un tal sorriso di scherno: "D'ora in avanti parmi che non avrete bisogno di altra compagnia!"
Eh! chi cerca trova,
rispondeva il pellegrino "bel Cavaliere; la nave piega secondo il vento, e da più gran testa che non è la mia viene il detto: – co' Santi in Chiesa, o in taverna co' ghiottoni."
E se non m'inganno, parmi che siate fatto per istare più tosto co' secondi che con i primi, e che possa confermarvi di giorno quello che vi dissi di notte, quando in prima v'incontrai. Non conosco le cause per le quali v'ingegnate ingannarmi; ma credete poterlo fare mangiando, o astenendovi in mia presenza dal cibo che poco fa gustavate? Proseguite il pasto, chè per vedere su la mensa starne, od ulive, già non cambierò pensiero su voi: – la faccia è quella che conta.
Oh! allora poi, se mi avete veduto, continuerò a mangiare la mia vivanda.
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Rogiero Cavaliere Santi Chiesa
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