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      La gente, che era accorsa con tanto grave aspetto di fierezza da prendere di primo assalto un castello, adesso non osava accostarsi; si segnava, – susurrava preghiere; alla più parte non sarebbe parso vero rimanere lontana; altri pianamente presero l'uscio, e rifecero i passi. I vecchi pregavano; le vecchie, incapaci di sentire compassione, toglievano motivo dall'energumeno che credevano avere sottocchio, per favellare di tutti gl'indemoniati che avevano veduto ai giorni loro nel circondario della Parrocchia; i giovani ora guardavano i padri, ora Rogiero, il quale pareva loro che avesse assai motivo di montare così su le furie per essere tanto villanamente legato; pure timorosi di mal fare tacevano, ammirando la gravità delle ciglia paterne; le donzelle, sia buona natura che svapora in proporzione che gli anni si accrescono, sia, come credo, debolezza, gli si facevano sopra tutti gli altri vicino, e: – "Poveretto!" dicevano, – "peccato! che sarebbe pur bello! Oh! se potesse riacquistare la salute, darei il cappello che lo zio prete mi portò dalla fiera!" – "Ed io il guarnellino dalle feste." – "Oh! sì, giusto si muove co' cappelli e co' guarnellini la misericordia di Dio!" – parlò con voce soave una fanciullina, che pareva uno angioletto, – "preghiamolo di cuore, e forse ci ascolterà; è tanto buono, mi ha detto la mamma, e noi lo preghiamo di fare cosa buona, dunque ci ascolterà." – E le altre giovanette, seguendo il consiglio, pregarono, e fervorosamente, per l'infelice: – ma l'infelice non doveva essere sollevato.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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