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      Tornava indietro, – con qual cuore pensi chi legge: – trapassato il corridore, e pervenuto sul ponticello, lo prese un pensiero: – precipitarsi di sotto, e andare a spezzarsi sul pavimento, non sarebbe dar fine ad ogni travaglio, conseguire libertà vera e durevole? Sospeso in questa meditazione, di tanto si approssimò all'estrema sponda, che, per poco più si fosse inoltrato, la sua caduta non sarebbe stata in potere della volontà. – Non così tosto però sorge nel nostro cervello un qualche consiglio, che parimente vi si suscita il suo contrario; ond'è, che se la passione non si prendesse la pena di determinare l'anima incerta a quale dei due appigliarsi, ella se ne starebbe inoperosa. Alcuni filosofi per ispiegare il fatto, poichè negli uomini sia un furore di penetrare tutto, di spiegare tutto, specialmente quello che non può spiegarsi nè penetrarsi, hanno supposto entro di noi la esistenza di due diversi principii, la quale opinione noi non sapremmo biasimare, e lodare neppure, chè pronunciare giudizio intorno cose nè sapute nè da sapersi, la Dio mercè, non sia nostro difetto. Senza affannarci a investigare come il fatto avvenga, il certo è che avviene, e noi ci decidiamo all'uno più tosto che all'altro avviso, non già per via di scelta, ma per inclinazione della volontà precedente alla discrepanza degli avvisi. E di vero, dove non fosse in questa maniera, e l'elezione operasse libera, come preferiremmo il male manifesto al bene proposto? come la vergogna al piacere? come la pratica del vizio alle gentili discipline?


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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